IL SUDORE E LA POLITICA: RIFLESSIONI DI UN LOTTATORE DI SUDO.

Io sono un lottatore di sudo. sudo

Per tutta la mia vita sono stato costretto (e lo sarò fino al giorno in cui perirò avvolto nel mio sudario) ad ingaggiare una battaglia impari. Perché sudo sia da fuscello di 70 chili (è accaduto una sola volta, nel 2005) sia da panzer che getta l’adipe oltre l’ostacolo del quintale (l’ultimo lancio-record, omologato controvento, è di quest’anno). Sudo sia in condizioni di totale pace interiore che di stress opprimente. Sudo anche d’inverno, figurarsi d’estate. Figurarsi in un’estate come questa, con punte che gli esperti collocano come le più calde degli ultimi 136 anni. Io sono un lottatore di sudo perché mi vergogno di mostrare urbi et orbi il mio sudore, che a volte è così torrenziale da penetrare persino attraverso lo spolverino da mezza stagione. Non è nemmeno una questione di cattivo odore: da anni ho trovato il mio deodorante perfetto, di cui, per motivi pubblicitari, non farò il nome. È proprio una questione di dignità personale: sudare mi fa vergognare. Una delle strategie di deterrenza che adotto è quella di coprirmi il più possibile, convinto che valga la pena soffrire se la contropartita è quella di nascondere il mio sudore. D’obbligo in questo senso la maglietta della salute permanente, sotto camicia. Persino sotto polo, che sfortunatamente non è mai nord.

La battaglia resterà sempre disperata. Ma il sudore è davvero una cosa così vergognosa? È politically correct o scorrect? Qual è il rapporto tra sudore e politica? Domande destinate a diventare un vero tormentone estivo…

Il primo che, in tempi moderni, ci mise la faccia imperlata fu Giuseppe Garibaldi“Non ho null’altro da offrirvi se non sangue, fatica, lacrime e sudore” disse al Parlamento della Repubblica Romana, quella che per una manciata di mesi del 1849 riuscì a tenere sotto sfratto nientemeno che il Papa, dovendosela però vedere con i francesi che, malgrado l’enorme sproporzione a favore di uomini e mezzi, dovettero sudare sette camicie per rimettere Pio IX al suo posto.

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13 maggio 1940. Blood, Toil, Tears and Sweat.

La cosa abbastanza sorprendente è che quasi un secolo dopo, il 13 maggio 1940, del sudore retorico di Garibaldi si impregnò il discorso di Wiston Churchill alla Camera dei Comuni. Era il suo primo discorso da Primo Ministro della Gran Bretagna,  nei giorni della disastrosa battaglia di Dunkerque vinta dai tedeschi contro gli anglo-francesi. Churchill quel giorno ribadì ‘al Parlamento, come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza”. 

Nella politica di guerra il sudore diventa dunque benzina di combattimento, di sopravvivenza.

La sintesi perfetta la diede in questo senso il Generale George Smith Patton che in un messaggio alle truppe americane prima dello sbarco a Casablanca nel novembre 1942 sentenziò: “Una pinta di sudore fa risparmiare un gallone di sangue”.

hitler sudoreMussolini nel sudore ci inzuppava il pane “cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio”. Hitler invece ci si inzuppava direttamente nel corso dei suoi schizofrenici comizi e viene da pensare che avrebbe dovuto provare lo stesso sudore, soprattutto freddo, di chi per suo volere venne infornato.

Olema Righi, la 'partigiana in bicicletta'.
Olema Righi, la ‘partigiana in bicicletta’.

Poi venne la Resistenza. Chi ebbe modo di versare molto sudore alla causa furono sicuramente le donne (“E’ con la Resistenza che le donne entrano impetuosamente nella storia e la prendono nelle loro mani” ha detto Marisa Cinciari Rodano nella seduta straordinaria della Camera dedicata al 70°anniversario della Liberazione) ed in particolare le staffette partigiane. A piedi, di corsa, in bicicletta, percorrendo boschi, sentieri e montagne, queste donne scrissero una vera e propria epopea del sudore. Tra loro, due donne che successivamente diventarono protagoniste della scena politica italiana: Tina Anselmi, la prima donna a ricoprire il ruolo di ministro, e Nilde Iotti, a lungo Presidente della Camera dei Deputati.

boldriniAnche l’attuale Presidente della Camera, Laura Boldrini, è entrata suo malgrado nella narrativa del sudore. I giornali di destra non hanno mancato infatti di bersagliarla per la sua ascella pezzata mentre si recava alla prima del film di Walter Veltroni ‘I bambini sanno’.
 Come se fosse un delitto o una vergogna sudare (lo dico anche a me che me ne vergogno).

Lo sudo-storytelling disse certamente malissimo a Richard Nixon. Nel 1960, in occasione delle elezioni presidenziali USA, si tenne quello che è considerato come il primo dibattito politico in tv della storia. A fronteggiare Nixon il candidato democratico John Fitzgerald Kennedy. Non c’è dubbio che JFK non vinse solo per questo motivo. Però resta impietoso l’accostamento iconografico tra un Kennedy molto sicuro e a suo agiokennedy2 negli studi televisivi della Cbs ed un Nixon immortalato mentre, con una certa ripetitività, si deterge il sudore con l’ausilio del fazzoletto che assomiglia ad una bandiera bianca. Gli spettatori furono 70 milioni e quel sudore costò caro. Nixon voleva comandare il suo Paese ed una bella fetta di mondo: ma scoprì che al sudore non si comanda.

che 2Comandante invece sicuro e pure sudato fu Che Guevara. Quando l’Ernesto si diede al lavoro volontario collettivo domenicale, lo fece di brutto. Prima, alle 8 del mattino, partiva con un breve comizio a beneficio di lavoratori e contadini. E poi proseguiva la giornata rivoluzionaria triturando pietre in cava, tagliando e raccogliendo canna da zucchero, scaricando enormi sacchi di riso. Più che ovvie e giustificate le sue sudate torrenziali. Benchè il Che detestasse, a suo dire, la facile propaganda, non potè sottrarsi dall’occhio di fotografi e cineoperatori. Accettò di farsi riprendere ad una sola condizione: che anche i reporter, dopo gli scatti e le inquadrature, si mettessero a faticare e grondare di sudore. Una sauna collettiva insomma.

Altro leader che, questa volta tragicamente, mostrò a fotografi e telecamere il suo sudore, fu Enrico berlinguer 2Berlinguer. Nel suo ultimo comizio a Padova, il 7 giugno del 1984, prima di entrare in coma e morire colpito da ictus, lo si vede asciugarsi a più riprese la bocca. Sono immagini drammatiche che ne hanno, se possibile, accresciuto ancor di più il mito di uomo politico nel quale fatica e sacrificio, sangue e sudore non sono state figure retoriche da sfoderare in comizio. Sono state testimonianza fisica, reale, di attaccamento e di lealtà, fino all’ultimo, a precisi valori ed ideali politici.

5ac45-berputDa Berlinguer a Berl…usconi: nel Pantheon politico-saunistico non può mancare l’immagine dell’ex Cavaliere mentre deterge la fronte di Vladimir Putin nel corso di una conferenza stampaNoioso ogni tipo di interpretazione, meglio abbandonarsi all’ironia di chi, e non solo per questo episodio, intima un satirico ‘altolà al pudore!’ degno del primissimo Beppe Grillo.

(da www.spinoza.it)
(da http://www.spinoza.it)

L’ascesa del genovese in politica è indiscutibilmente arrivata anche a colpi di sudore, quelli che contraddistinguevano ogni suo spettacolo-denuncia e che continuano a segnare i suoi comizi di piazza. Incazzato, urlante, sfigurato, Grillo ha condensato nella maschera del sudore i suoi tratti più veraci e ribelli. Tra ironia e verità, alla vigilia dell’evento ‘Woodstock 5 Stelle’ tenutosi nel settembre 2010 a Cesena, il leader invitava così i suoi fans: ‘Sto già provando i blues alla tastiera, Woodstock lo avete voluto voi e non potrete lamentarvi se suonerò, canterò, vi bagnerò di sudore dal palco per un’ora’.grillo sudato-001

Di gocce di sudore a freddo, dispensate all’interno di comunicati stampa o attraverso frasi-cliché dalla discutibile empatia, ha senso parlare nel caso di Renato Brunetta: ‘finché si andrà avanti con la politica economica europea di Angela Merkel, la politica economica del sangue, sudore e lacrime, non ci potrà essere ripresa’. Oppure nel caso di Enrico Letta: ‘Senza fatica e senza sudore non si va da nessuna parte’. Oppure ancora nel caso di Matteo Renzi‘Questo Paese lo cambiamo, con sudore e fatica e con l’aiuto di tutti voi’.

Restando in tema di default-o-ripresa, quelli provati ultimamente dal Premier greco Alexis Tsipras sono stati invece autentici sudori freddi: questa almeno è l’immagine più usata a livello giornalistico per descrivere le giornate e le ore di angoscia di Tsipras in attesa di un accordo, di un prestito, o meglio di una grazia da parte dell’eurogruppo a trazione tedesca.

Decisamente fredda senza allegorie è Angela Merkel. L’unico liquido salinico che ha saputo scatenare con una certa potenza è il fiume di lacrime della ragazza palestinese, terrorizzata all’idea di doversene tornare al campo-profughi in Libano. Con lei la teutonica non ha usato molti giri di parole: ‘Non possiamo accogliere tutti gli immigrati del mondo”.loadimageid.php

Non si fa in tempo a pronunciare la parola ‘immigrati’ che spunta Matteo Salvini, il politico italiano del momento. Fresca fresca del 17 luglio la sua dichiarazione sulla rivolta di Quinto di Treviso, che chiude questa carrellata del sudore: ‘Comprendo l’esasperazione e la rabbia dei residenti che si sono sudati con anni di sacrifici la casa, che oggi rischia di non valere un accidente’.

La saga ‘sudore e politica’, sotto molteplici forme, proseguirà come in un’eterna estate. Io inevitabilmente proseguirò a fare il lottatore di sudo. E anche se quest’estate torrida dovesse finire c’è poco da illudersi: dietro l’angolo ci attende, come sempre, un autunno caldo…